venerdì 9 gennaio 2009

Franca Rame, i fascisti ordinarono lo stupro

STUPRO DI STATO Quando DARIO FO ha vinto il premio Nobel, la tv - nottetempo - ha trasmesso il monologo scritto e recitato da Franca Rame per elaborare lo stupro - la punizione esemplare riservata al genere femminile -da lei subìto venticinque anni fa. In quante abbiamo abbassato gli occhi per non vedere, portato le mani alle orecchie per non sentire? Io l'ho fatto, mescolando mancanza di coraggio e tecnica di sopravvivenza. Che quella violenza sessuale, resa più stereotipatamente maschia dalle sigarette spente sui seni, dai tagli sulla pelle con le lamette, dall'ingiunzione a turno "muoviti, puttana, fammi godere", fosse opera di un gruppo di neofascisti (allora non si usava la parola branco) l'abbiamo sempre saputo. Come abbiamo sempre saputo che lo stupro di Franca Rame fu una pianificata offesa al suo essere donna e di sinistra. Conoscere nomi e nomignoli di quei sanbabilini, ora che il delitto è caduto in prescrizione, cambia poco: Biago Pitarresi, Angelo Angeli (noto per la passione per i dolci - lo chiamavano "il golosone" -, per le armi e gli esplosivi), "un certo Patrizio", "un certo Muller". Tutta bella gente. La sentenza di rinvio a giudizio sull'eversione nera, depositata del giudice Guido Salvini, aggiunge un particolare in più. Dice che la violenza a Franca Rame, se non ordinata, fu "ispirata", "suggerita" da ufficiali dei carabinieri della divisione Pastrengo che mantenevano stretti e assidui legami con i neofascisti. Lo sostiene uno dei violentatori, Pitarresi, che conferma quel che nell'87 aveva affermato Angelo Izzo (uno degli assassini del Circeo). Dunque, quello di Franca è stato uno stupro di stato. Dovremmo avere la pelle dura e non meravigliarci. In fin dei conti, sappiamo da decenni che in questo paese ci sono state delle stragi di stato, sappiamo che un ferroviere anarchico è entrato innocente in questura per uscirne innocente dalla finestra. E invece ci meravigliamo - un modo soft per dire che siamo inorridite e, suppongo, anche inorriditi -perché l'aggiunta alle bombe, ai depistaggi alle menzogne di uno stupro ispirato in una caserma della "benemerita" dà alla storia di questo paese una pennellata sudamericana. Con gli uomini in divisa in perfetta sintonia culturale, oltre che operativa, con i maschi delle Squadre d'azione Mussolini. E' troppo, anche per la nostra immaginazione. Abbiamo sempre pensato male, molto male, di una parte non piccola di questo Stato. Ci hanno trattato da paranoici e qualche volta ci siamo autocolpevolizzati per i nostri cattivi pensieri. Ora che siamo in età di bilanci possiamo dire che abbiamo peccato per difetto, non per eccesso. Lunga vita ai carabinieri (il manifesto>11 Febbraio 1998).

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